Abstract
Cristiana Rollino, Franca Giacchino, Giorgina Piccoli, Loredana Colla, Federico Marazzi, Roberta Fenoglio
REDATTORI:
Cristiana Rollino: SCDU Nefrologia e Dialisi – Ospedale S. G. Bosco – Torino
Franca Giacchino: Nefrologia e Dialisi – Ospedale di Ivrea (TO)
Giorgina Piccoli: Nefrologia e Dialisi – Ospedale San Luigi – Torino
Loredana Colla: Nefrologia e Dialisi – Città della Salute -Torino
Federico Marazzi: S.C Nefrologia Dialisi – ASL Cuneo
Roberta Fenoglio: SCDU Nefrologia e Dialisi. Ospedale S. G. Bosco – Torino
Revisori:
Piero Stratta: Nefrologia, Dialisi e Trapianto – Università del Piemonte Orientale – Novara
Rosanna Coppo: Nefrologia e Dialisi – Ospedale Infantile Regina Margherita – Torino
Prodotta da: SIN, Gruppo di Nefrologia Clinica Piemontese
RIASSUNTO
La pielonefrite acuta (PNA) è una patologia frequente e talvolta grave ed è responsabile di più di 100.000 ricoveri all’anno in USA.
I fattori di rischio includono l’attività sessuale, la predisposizione genetica, l’età avanzata e la strumentazione urinaria. La correlazione esatta tra PNA e reflusso vescico-ureterale nell’adulto non è definita. Gravidanza, diabete e trapianto renale rappresentano condizioni in cui la PNA può essere particolarmente severa.
L’eziologia è prevalentemente dovuta a E. coli.
La diagnosi di PNA può essere posta clinicamente, ma solo TC e RMN permettono una migliore definizione del danno parenchimale renale e l’evidenziazione di ascessi, la cui frequenza è sottostimata.
I casi più gravi dovrebbero essere trattati, almeno all’esordio, per via endovenosa ed essere ricoverati. Le indicazioni sono quelle di terapia con un fuorochinolonico o con una cefalosporina ad ampio spettro associata o no ad un aminoglucoside per 10-14 giorni. Gli ascessi richiedono un drenaggio solo se di grandi dimensioni.
L’evoluzione a lungo termine sembra essere favorevole, sebbene sia stata riportata la formazione di cicatrici corticali o lo sviluppo di macroalbuminuria o di insufficienza renale.